Beijing ovvero il primo incontro con la Repubblica Popolare Cinese
E’ vero Pechino non è sulla Via della Seta, ma da qualche parte dovevo pur partire.
Quale scelta migliore quindi se non una modesta città da poco più di VENTUNO milioni di abitanti e con una superficie totale pari a circa la metà del Belgio (si, quando l’ho letto nemmeno io avevo la più pallida idea di quanto fosse davvero grande il Belgio e ho dovuto controllare)?
Caotica, disordinata e poco pratica per un visitatore occasionale ma assolutamente pulita, quasi a livello maniacale: un mozzicone di sigaretta (a Beijing fumano come ciminiere ed effettivamente i cestini della spazzatura non sono proprio comuni) rimarrà a terra pochi minuti al massimo, poi dal nulla apparirà un inserviente della municipalità armato di ramazza e paletta che raccoglierà il rifiuto per poi tornare nel suo nascondiglio in un battere di ciglia.
Gli abitanti ovviamente si chiamano pechinesi, come il cane e il tipico piatto a base di anatra che è pure molto buono e in generale economico (il piatto, non il cane). Sono in generale molto rumorosi (gli abitanti, cani non ne ho visti molti e quei pochi erano molto educati) e con una grande passione per lo sputacchio: in Cina cose come sputare per strada, soffiarsi il naso con le dita o fare le puzzette in metropolitana quando non hai possibilità di scappare, sono comuni e fanno parte della cultura popolare quindi nel caso abbiate in programma un viaggio da queste parti, siatene consapevoli.
Forse un piccolo accenno allo smog è doveroso: nonostante l’incredibile numero di scooter elettrici silenziosi e letali che vagano a zig-zag per le strade più o meno grandi della città, quando controlli il meteo ed è prevista una giornata calda e soleggiata e alzando lo sguardo al cielo noti solo una coltre grigiastra nemmeno troppo sottile, magari qualche domanda te la fai eh.
Detto questo il marchio “Patrimonio Unesco” lo puoi quasi trovare anche sulle chiappette dei bimbi cinesi (che guarda caso spesso hanno dei pantaloni aperti in posizione “tattica”, perché in fondo quando scappa scappa): il patrimonio culturale è spettacolare e per tutti i gusti.
Che tu sia in cerca di passeggiate ardite sulla Grande Muraglia (ardite perché se non sai dove andare si trasformerà presto in una lotta senza frontiere tra te, migliaia di altri turisti accaldati e i venditori delle bancarelle che cercheranno di venderti qualsiasi sorta di terribile souvenir alla quale la tua mente possa pensare), di relax sulle rive del lago del Palazzo d’Estate o della millenaria storia cinese di cui l’architettura della Città Proibita e del Tempio del Cielo sono intrisi, troverai pane per i tuoi denti.
Una menzione a parte per la sicurezza.
Spesso ciò che più ci intimorisce rispetto ai paesi asiatici è il potenziale rischio per la nostra persona.
Oltre ad essere in generale una falsità, in Cina è esattamente il contrario; metal detector ad ogni entrata nella metropolitana, addetti ai controlli presenti ma ben mimetizzati ma soprattutto telecamere, telecamere ovunque.
Non c’è nessuna possibilità che ogni passo vostro o di gente del posto non venga monitorato e la cosa fa pensare ad un Grande Fratello ben diverso da quello presentato dalle nostre televisioni. Dopo un primo momento di disagio ci si rende conto come per chi ci sta attorno sia una cosa assolutamente, paurosamente normale.
Ci vorranno davvero pochi giorni prima che lo diventi anche per voi.