Lo zoroastrismo Ovvero L’origine delle grandi religioni monoteistiche
Yazd è stata iscritta nel Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO recentemente (nel 2017), grazie alla sua rete infinita di vicoli e porticati con mura in adobe (un impasto di sabbia, paglia e argilla) che la rendono unica nel suo genere.Il motivo che ha portato Find and Seek in questa torrida città situata quasi al centro dell’altopiano iraniano è però un altro: lo Zoroastrismo.
Sono sempre stato molto incuriosito dalla storia di quella che viene considerata da molti la prima grande religione monoteistica della storia (il primo a pensare a un dio unico fu in realtà il faraone egiziano Akhenaton, con il culto di Aton, ma non ebbe molta fortuna) ma che, ignorantemente, pensavo oramai scomparsa.
Allo stato attuale delle cose invece, pare che a Yazd vivano circa 15.000 zoroastriani (su circa 200.000 fedeli sparsi nel mondo) e che i sacerdoti del culto mantengano viva in loco una fiamma sacra che arde da più di 1500 anni.
Lo Zoroastrismo nasce grazie a un battriano di nome Zarathustra (Zoroastro in Europa) nello sconfinato impero persiano e anche se alcuni lo fanno risalire solo al 600 a.C., analisi storiche sullo stile della sua scrittura ne collocano la nascita tra il 1000 e il 700 a.C.
Nato a Battria, città oramai scomparsa e capitale di una regione che è oggi identificabile con il nord dell’Afganisthan, Zarathustra non era quindi un persiano ma come loro discendeva dagli Arya (il significato è “i nobili”, anche se risultano più conosciuti con il nome di Ariani), una stirpe indoeuropea che dal III millennio a.C. si era spinta dall’Asia centrale verso sud, arrivando ad espandere i propri territori quasi fino all’odierna India.
Zarathustra apparteneva ad una famigli benestante e sembrava avviato ad una carriera da sacerdote alla quale però rinunciò non riconoscendosi nelle credenze politeistiche e abbastanza truculente (i sacrifici di bestiame per rabbonire i Daeva, entità soprannaturali tendenzialmente maligne, erano all’ordine del giorno) del suo popolo. Non riuscendo a trovare una completezza spirituale soddisfacente, a vent’anni si lasciò alle spalle una vita agiata e partì in solitudine alla ricerca di risposte. Accadde così, secondo la leggenda, che all’età di trent’anni quest’uomo ebbe un incontro che cambiò la sua vita e la storia delle religioni (e di conseguenza dell’umanità).
Mentre si immergeva nel fiume Amu Darja gli apparve un angelo che gli mostrò la lotta eterna tra il Bene e il Male, la continuazione dell’esistenza dopo la morte, l’opposizione tra paradiso e inferno e la resurrezione nel giorno del Giudizio Universale.
Non si può negare che il popolo ebraico avesse già elaborato concetti simili, ma gli studiosi sono concordi nell’affermare che Zarathustra sia passato alla storia per aver annunciato alcuni dei principali punti cardine delle maggiori religioni monoteistiche odierne prima delle stesse; in parole povere è un dato di fatto che l’Islam, l’Ebraismo e il Cristianesimo abbiano attinto dagli scritti del profeta battriano.
Prima di lui nessuno aveva posto Satana come antagonista a Dio (nelle scritture bibliche di quel tempo era solo un esecutore materiale delle punizioni comminate da Jahvè), nessuno aveva ancora considerato il mondo come luogo di scontro tra forze superiori ma soprattutto nessuno aveva mai dichiarato che l’essere umano avesse libero arbitrio su quale fazione, fosse quella del Bene o del Male, supportare.
Prima di Zarathustra non era stato ipotizzato l’esistenza di un aldilà, del paradiso per i buoni e dell’inferno per i cattivi. Ciò che molti di noi credono, ovvero che queste rivelazioni provengano da una zona del Medio Oriente molto vicina alle coste del Mediterraneo, potrebbero quindi sbagliarsi.
Gli ebrei a quei tempi conoscevano già i dieci comandamenti di Mosé e credevano che i peccatori suscitassero l’ira di Dio. La pena però li minacciava nel mondo terreno e spesso avveniva, come raccontano le parti più antiche del Vecchio Testamento, che Dio punisse i peccatori con guerre e epidemie.
Secondo la leggenda le parole d’insegnamento di Zarathustra furono scritte per la prima volta con inchiostro d’oro su dodicimila pelli di bue e conservate nella biblioteca reale di Persepolis. Di tuttò ciò non è rimasto nulla‚ probabilmente irrimediabilmente perso nell’anno 330 a.C. quando i soldati di Alessandro il Grande, conquistata la città,la bruciarono quasi completamente.
Un riassunto del credo zoroastriano è possibile grazie all’Avesta il libro sacro di questo credo.
Il dualismo è alla base della dottrina zoroastrica: l’universo è diviso tra due principî opposti, lo Spirito buono e lo Spirito cattivo. A capo dell’ordine buono è Il dio supremo, Ahura Mazdā è a capo del primo, mentre il suo antagonista è l’arcidemone Angra Mainyu, che vorrebbe precipitare l’universo nel caos e nella perdizione.
Il mondo attraverserà tre ere: la creazione, una fase in cui il Bene e il Male se le danno di santa ragione e l’era finale, in cui il primo vincerà, grazie all’intervento di un Saoshyant (“Salvatore”), nato da una vergine della genia del profeta Zoroastro, che risorgerà dalla morte per essere giudice nel Giudizio Finale.
Caro lettore, ti ricorda nulla questa storia? Ah, non dimentichiamoci che Ahura Mazda (questo il nome del dio zoroastriano) una volta fece piovere su tutto il mondo per purificarlo dal male e che salvò gli animali facendoli salire sulla cima di un monte altissimo…
Anche il principio più famoso di questo credo, “Parlare bene, pensare bene, agire bene” sembra essere stato fonte di ispirazione per religioni nate in epoca successive, peccato che i diritti umani, l’ecologia, il rispetto per tutti gli esseri viventi e la parità tra uomo e donna (altri pilastri dello zoroastrismo), non siano stati sempre considerati della stessa importanza.
Ascesa e declino
E’ paradossale pensare al fatto che pur avendo influenzato la base dei Credo monoteistici più importanti del mondo, lo zoroastrismo sembri essere oramai destinato a scomparire. Pur essendo tollerato alla stregua delle “religioni del Libro” (ebraismo e cristianesimo), nella sua patria d’origine, l’odierno Iran, i fedeli che seguono i precetti di Zoroastro non superano le 30.000 unità, mentre bisogna andare in India per trovare il maggior numero di seguaci,circa 130.000, appartenenti alla cultura Parsen (che non significa altro che “persiano”).
La diffusione delle idee di Zarathustra venne assicurata dal sorgere di una potenza politica, quella persiana, che riuscì a difendere efficacemente la nuova religione dai suoi oppositori. Solo allora lo zoroastrismo ebbe la possibilità di diventare famoso oltre i confini dell’impero e di influenzare così in maniera decisiva altri credo religiosi, ma non prese mai il sopravvento su di essi. Il motivo principale sembra essere da ricercare nel fatto che il proselitismo non è nei principi base di questa religione, a differenza per esempio di cristianesimo e islam. Agli zoroastristi bastava sapere che il credo era ben radicato nel loro territorio, mentre i persiani hanno storicamente sempre preferito lasciare ai vari popoli su cui esercitavano il loro potere la propria religione, per motivi prettamente politici.
L’opinione pubblica europea del XIX secolo inorridì quando le prime copie dell’ Avesta vennero portate nel vecchio continente da viaggiatori incuriositi da questo libro religioso di cui non si era mai sentito parlare prima. Il suo contenuto metteva in crisi molte delle convinzioni religiose che erano apparse fino ad allora impossibili da scalfire.
Era forse possibile che il cristianesimo non derivasse solo dagli insegnamenti di Gesù Cristo e dei profeti, ma avesse invece recepito idee precedenti? Ovviamente no.
Ciò porto ad una campagna di screditamento di grandi proporzioni, riflesso questo di un netto rifiuto del mondo occidentale della possibilità di accettare questa opzione.
Alla fine del secolo Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra) di Nietzsche, anche se modificò il personaggio del profeta in maniera abbastanza evidente, risultò come il più forte segnale di provocazione al “sistema” cristiano, mettendo ancora in evidenza come un patrimonio storico e culturale di immensa importanza proveniente dall’antica Persia, fosse stato volutamente sottovalutato